La Torre delle Nazioni, Mostra d’Oltremare di Napoli

Tra arte e architettura

La Torre delle Nazioni, progettata nel 1938 dall’architetto Venturino Venturi, allora ventottenne, con la collaborazione dell’ingegnere Carlo Cestelli Guidi e del pittore Giorgio Quaroni 1938, è uno degli edifici superstiti del piano di Marcello Canino per la Mostra d’Oltremare di Napoli. Un’operazione per molti versi analoga a quella dell’E42, ma dove una monumentalità più rarefatta, meno invasiva, ha fatto sì che l’intero complesso resistesse meglio all’incedere del tempo. 700.000 mq di verde (un tempo rare essenze tropicali) ed un numero considerevole di attrezzature collettive danno una misura della vocazione di quest’area ad essere il centro civico dei quartieri residenziali di Fuorigrotta, Cavalleggeri d’Aosta e Bagnoli.

La Torre, costruita nel 1940, ha subito nel tempo una serie di alterazioni, dovute soprattutto all’incuria e all’abbandono, e presenta oggi, seppur segnata da un processo di degrado, ancora evidenti le sue modalità architettoniche. Il progetto di restauro e ripristino funzionale prevede che riacquisti la destinazione espositiva, puntando a rivitalizzare non solo il luogo fisico, ma anche le funzioni, i modelli di relazione, gli spazi collettivi. L’idea è quella di definire una proposta architettonica che descriva il monumento nei suoi caratteri storici e permanenti e lo identifichi quale luogo culturale e sociale.

Il progetto, nel conservare le specificità ed il carattere del monumento, prevede la realizzazione di opere e forniture atte a rendere il manufatto fuori terra ultimato nella sua consistenza architettonica. Il principio con cui sono stati scelti gli interventi e la loro sequenza da svolgere nel lotto di lavori previsti è di compiere tutte quelle opere che non debbano subire rimaneggiamenti o eventuali danni da interventi previsti in un lotto successivo.

La ricerca storica ha costituito il fondamento per la conoscenza del monumento e l’articolazione del progetto di restauro e recupero degli spazi della Torre. Le scelte progettuali effettuate nascono ponendo in giusto rapporto le esigenze dell’ente committente e la specificità edilizia del complesso monumentale ospite. Dunque, base per una corretta progettazione è il rilievo puntuale del complesso su cui si interviene. Esso si articola in tre parti essenziali:
– ricerche storiche;
– rilievi topografici e morfologici;
– indagini sui materiali.

FINALITÀ DELL’INTERVENTO

La Torre delle Nazioni, progettata nel 1938 dall’architetto Venturino Venturi, allora ventottenne, con la collaborazione dell’ingegnere Carlo Cestelli Guidi e del pittore Giorgio Quaroni 1938, è uno degli edifici superstiti del piano di Marcello Canino per la Mostra d’Oltremare di Napoli. Un’operazione per molti versi analoga a quella dell’E42, ma dove una monumentalità più rarefatta, meno invasiva, ha fatto sì che l’intero complesso resistesse meglio all’incedere del tempo. 700.000 mq di verde (un tempo rare essenze tropicali) ed un numero considerevole di attrezzature collettive danno una misura della vocazione di quest’area ad essere il centro civico dei quartieri residenziali di Fuorigrotta, Cavalleggeri d’Aosta e Bagnoli.

La Torre, costruita nel 1940, ha subito nel tempo una serie di alterazioni, dovute soprattutto all’incuria e all’abbandono, e presenta oggi, seppur segnata da un processo di degrado, ancora evidenti le sue modalità architettoniche. Il progetto di restauro e ripristino funzionale prevede che riacquisti la destinazione espositiva, puntando a rivitalizzare non solo il luogo fisico, ma anche le funzioni, i modelli di relazione, gli spazi collettivi. L’idea è quella di definire una proposta architettonica che descriva il monumento nei suoi caratteri storici e permanenti e lo identifichi quale luogo culturale e sociale.

Il progetto, nel conservare le specificità ed il carattere del monumento, prevede la realizzazione di opere e forniture atte a rendere il manufatto fuori terra ultimato nella sua consistenza architettonica. Il principio con cui sono stati scelti gli interventi e la loro sequenza da svolgere nel lotto di lavori previsti è di compiere tutte quelle opere che non debbano subire rimaneggiamenti o eventuali danni da interventi previsti in un lotto successivo.

La ricerca storica ha costituito il fondamento per la conoscenza del monumento e l’articolazione del progetto di restauro e recupero degli spazi della Torre. Le scelte progettuali effettuate nascono ponendo in giusto rapporto le esigenze dell’ente committente e la specificità edilizia del complesso monumentale ospite. Dunque, base per una corretta progettazione è il rilievo puntuale del complesso su cui si interviene. Esso si articola in tre parti essenziali:
– ricerche storiche;
– rilievi topografici e morfologici;
– indagini sui materiali.

SOLUZIONI PROGETTUALI

Il progetto di restauro prevede la sostituzione degli infissi esterni, il ripristino dei pavimenti, dei rivestimenti e delle finiture; oltre alla rimozione di aggiunte improprie, alla impermeabilizzazione del brise-soleil in calcestruzzo armato e della copertura, alle opere di adeguamento funzionale, alla realizzazione dei nuovi impianti.

Dopo i primi interventi di consolidamento, le parti cieche della Torre sono state recuperate per circa il 90%. Il rivestimento in lastre di travertino sarà ripristinato utilizzando la stessa sequenza e metodologia usata nel primo intervento di consolidamento. Si provvederà ad asportare la vegetazione presente, a ricostituire i giunti sconnessi ed a pulire con il metodo della microsabbiatura. L’operazione di sostituzione delle lastre interesserà solo le parti dove si sono verificate cadute di materiale e consisterà nel distacco dei frammenti ancora in loco, nell’accurata scalpellatura e pulitura della vecchia malta e nella collocazione delle nuove lastre. Queste ultime, di dimensioni e spessori uguali a quelle rimosse, saranno fissate con delle nuove staffe metalliche ed applicate su un nuovo strato di malta legante.

La piazza sopraelevata, cosi piace definire lo spazio alla base della Torre, si presenta in uno stato di degrado gravissimo, al punto di rifare l’intera struttura orizzontale presente. Il pavimento in travertino esistente, sarà poi ripristinato operando la sostituzione delle lastre e facendo ricorso a spazzolatura e lucidatura. Inoltre, saranno riproposti i lucernari integrati ad un sistema di aerazione naturale che permetterà di portare non solo luce ma ricambi di aria ai servizi interrati. Il basamento sarà poi completato dalla presenza notturna di una illuminazione a raso lungo il perimetro.

I gocciolatoi saranno ripristinati per ridare alle pareti in travertino quelle ombre che esaltano la plasticità progettata dal Ventura. Gli originari erano in conglomerato non meglio specificato ed attualmente completamente persi. I nuovi saranno ridisegnati sulla scorta di quelli originari grazie ad un modello al vero già presente in cantiere, ma con una tecnologia diversa per garantirne una maggiore longevità e solidità nel tempo. Gli stessi saranno in acciaio zincato verniciato con particolare soluzione ad effetto goffrato.

Dopo un’accurata serie di indagini e sopralluoghi con esperti della materia, si è palesata la necessità di sostituire gli infissi esistenti in quanto irrimediabilmente degradati e successivi a quelli originari di Ventura. Nel rispetto del disegno, sono stati progettati i nuovi infissi sfruttando materiali quali vetri selettivi e profili in ferro-finestra di ultima tecnologia, al fine di migliorare la qualità tecno-funzionale della parete trasparente. I sistemi di apertura saranno del tipo a bilico, presenti solo al piano terra come indicato in alcuni disegni originari.

Si provvederà al ripristino del vano scala vetrato di collegamento con la terrazza praticabile. Quest’ultima, come da progetto originario, sarà poi destinata ad ospitare una sosta per tavoli da caffetteria all’aperto, ubicata all’ultimo piano e che al contempo risulterà essere anche un belvedere sulla città. In questo lotto si prevede il completo recupero e impermeabilizzazione dell’intera superficie, rimandando la sola pavimentazione in lastre di travertino, la fontana della vasca circolare esistente a pavimento e la realizzazione di una balaustra in piattine di ferro e funi d’acciaio.

[relazione progetto
corvino+multari architetti]

CREDITI

committente
Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico di Napoli e provincia

soggetto attuatore
Mostra d’Oltremare Spa

alta sorveglianza
arch. Ugo Carughi – Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. Napoli

finanziamento
Regione Campania

progettisti
corvino+multari architetti
arch. Vincenzo Corvino
arch. Giovanni Multari
arch. Luca Lanini

collaboratori
arch. Giovanna Castaldo, arch. Michele Natale, arch. Marco Poerio, arch. Marco Polito, arch. Mino Vocaturo

scultura basamento
Sergio Fermariello

consulenti
arch. Carmen Del Grosso (metodologia del restauro); arch. Umberto Sansone (rilievo)

consolidamento strutture
ing. Renato Parretti

consulenza scientifica consolidamento strutture
Dipartimento di Analisi e progettazione strutturale, Università di Napoli Federico II
prof. ing. Edoardo Cosenza
prof. ing. Gaetano Manfredi
prof. ing. Antonio Nanni
ing. Giovanni Fabrocino
ing. Andrea Prota
ing. Gerardo Verderame

impianti
ing. Angelo Puorto

indirizzi metodologici
Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Darc Roma, arch. Pio Baldi, arch. Margherita Guccione

coordinamento per la sicurezza
arch. Anna Russolillo

realizzazione
2005/2008

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