La sede Sonus Faber a Vicenza

Architettura come strumento

Nel contesto di una zona industriale di scarsa qualità formale, come quella che nel tempo si è sviluppata alle pendici dei colli Berici nel comune di Arcugnano, caratterizzata dai classici manufatti in materiale prefabbricato e dalla presenza di un impianto di betonaggio, la nuova sede della società Sonus Faber srl prova ad impostare una riflessione importante sul concetto dell’insediamento produttivo e del suo rapporto con l’ambiente.Il progetto si sviluppa in un edificio dal forte carattere introspettivo che tende a sottolineare, con la sua chiusura verso l’esterno il disagio nei confronti di un contesto così fortemente degradato, e che pone, ciononostante, al centro della ricerca la qualità ambientale di chi invece vive l’edificio dall’interno, selezionando le viste che inquadrano i colli circostanti e accogliendo al proprio interno una serra di piante di bamboo che sviluppandosi in altezza collega visivamente e fisicamente il piano terra dedicato al magazzino al primo piano dedicato alla produzione.La forma in pianta caratterizzata dalle curve tipiche degli strumenti a corda (il liuto, il violino) trova nel rivestimento verticale esterno in doghe di teak il giusto completamento originando dal punto di vista figurativo un insieme che richiama in maniera decisa l’aspetto della cassa armonica di uno strumento musicale, in armonia con la produzione della società famosa per le sue casse acustiche.

ARCHITETTURA SIMBOLICA

Nel contesto di una zona industriale di scarsa qualità formale, come quella che nel tempo si è sviluppata alle pendici dei colli Berici nel comune di Arcugnano, caratterizzata dai classici manufatti in materiale prefabbricato e dalla presenza di un impianto di betonaggio, la nuova sede della società Sonus Faber srl prova ad impostare una riflessione importante sul concetto dell’insediamento produttivo e del suo rapporto con l’ambiente.

Il progetto si sviluppa in un edificio dal forte carattere introspettivo che tende a sottolineare, con la sua chiusura verso l’esterno il disagio nei confronti di un contesto così fortemente degradato, e che pone, ciononostante, al centro della ricerca la qualità ambientale di chi invece vive l’edificio dall’interno, selezionando le viste che inquadrano i colli circostanti e accogliendo al proprio interno una serra di piante di bamboo che sviluppandosi in altezza collega visivamente e fisicamente il piano terra dedicato al magazzino al primo piano dedicato alla produzione.

La forma in pianta caratterizzata dalle curve tipiche degli strumenti a corda (il liuto, il violino) trova nel rivestimento verticale esterno in doghe di teak il giusto completamento originando dal punto di vista figurativo un insieme che richiama in maniera decisa l’aspetto della cassa armonica di uno strumento musicale, in armonia con la produzione della società famosa per le sue casse acustiche.

NATURALE E ARTIFICIALE

La suggestione del progetto è stata questa: individuare ed esprimere l’analogia tra lo strumento musicale, che genera al suo interno musica per propagarla all’esterno, e il progetto di un edificio al cui interno si producono strumenti aventi il medesimo fine di propagare il suono al mondo esterno. Dai primi schizzi deriva l’idea di un involucro, di una ‘pelle’ di legno con la duplice funzione di conservare per produrre e di isolare per creare una condizione di silenzio.

Tra la pelle–rivestimento e la struttura dell’edificio rimane uno spazio di passaggio osmotico tra esterno e interno, dove c’è ancora compresenza di natura e di luogo abitato. Le finestre sono disposte nei lati est ed ovest; a nord una sorta di hortus conclusus, a sud un giardino meditativo. Da questi due ultimi spazi attingono luce i due piani della fabbrica, cui si aggiunge una sorgente zenitale al piano primo, che filtra direttamente dalla copertura.

Chi vive e lavora in questo spazio fruisce di una doppia condizione: naturale, perché immerso nella luce e nel verde delle colline circostanti, e artificiale, perché trasferito in un contesto che lo isola dalla realtà industriale che c’è intorno. Qui la luce è elemento vitale che attribuisce all’organismo forza per una dinamica produttiva che attraverso lo strumento ha come fine la riproduzione del suono.

[relazione del progetto di ASA – Studio architetto Flavio Albanese, Vicenza/Milano
Si ringrazia Sonus Faber, Arcugnano VI
Foto: Studio Chilesotti / Studio Giovanni De Sandre]

PRODOTTI E AZIENDE

Tavoli De Padova, modello Tools 180×90 cm, piano laminato bianco
Contenitori De Padova, modello Tools su altezza 80 cm, color argento
Sedute De Padova, modello Cirene grigio antracite con bracciolo

Uffici
Tavoli De Padova, modello Tools 180×90 cm, piano laminato bianco
Contenitori De Padova, modello Shine, tinto nero all’anilina
Cassettiere De Padova, modello Reflex su ruote, tinto nero all’anilina
Sedute Vitra, modello Meda con braccioli, schienale rete colre nero
Sedute ospiti Vitra, modello Office Chair senza braccioli

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