HUB-itat, la versione poetica e visionaria di HUB

A raccontare “21st Century. Design after design” c’è anche HUB-itat di Matteo Ragni.

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Un Matteo Ragni che racconta per Fantoni “the new ways of working” all’Esposizione Internazionale della Triennale, con il progetto HUB-itat, selezionato all’interno di una Call per architetti e designer over 35 in cui i concorrenti potevano partecipare con un lavoro inedito sul tema del “21st Century. Design after Design”, che si ispira alla collezione Hub disegnata per Fantoni ed interpreta in maniera concettuale i mutamenti del posto di lavoro. Un progetto che poeticamente torna al desiderio di recuperare nei luoghi di lavoro o nell’interno domestico la ritualità tutta mediterranea dello stare insieme, attorno ad un albero, e ipotizza visioni del futuro toccando questioni progettuali calde.

Hub, vincitore del Good Design Award 2016, nasce da una reale esigenza di ricreare uno spazio fisico e mentale all’interno di un luogo di lavoro abitato da diversi individui, uno spazio aperto che contemporaneamente favorisce condivisione/scambio di idee e momenti di riflessione individuale, una vera e propria postazione di lavoro relazionale senza confini, con i bordi disegnati dalle persone, dalle loro capacità e dalle loro azioni.

È caratterizzato da da un sistema modulare con struttura geometrica sviluppata in modo che il telaio possa ospitare sia workstation indipendenti, sia composizioni multiple: un tavolo quadrato di ampie dimensioni da cui nasce l’idea di creare una sorta di mini loft dove poter conciliare più attività, dal lavorare, al riposare, al nutrirsi di idee e di relazioni e perché no, di buon cibo.

Non una scrivania fine a se stessa, ma una mini architettura che integra la luce, il piano d’appoggio, eventuali cassetti e altri dettagli componibili, progettata e realizzata per venire in contro alla necessità di creaere spazi ibridi, pronti ad adattarsi a diverse funzioni, persone e ruoli, e alle esigenze del lavoro contemporaneo, quello in cui si è più veloci, efficienti e flessibili, quello in cui si predilige un approccio nomade.

A seguire, durante l’Esposizione, Fantoni, produttrice di questo moderno sistema d’ufficio, da sempre sensibile ai temi del cambiamento e alla trasversalità del progetto, indaga sui temi del workplace e dell’ufficio collaborativo, dove il lavoro non ha necessariamente un luogo fisico deputato, ma una sequenza di situazioni in cui si producono idee. L’ufficio si trasforma quindi in un’unica area di lavoro in cui le persone possono scegliere dove lavorare, grazie anche al rapporto con le nuove tecnologie dell’informazione.

Un progetto quello di Ragni che, esposto al Palazzo della Triennale fino a settembre, risponde bene al tema lanciato dalla XXI Esposione, che vuole appunto dare un contributo all’affermazione dell’unità delle arti ed allo sviluppo dell’architettura e del design italiani, intensificando il dialogo internazionale tra società, arte ed impresa.

Una vera e propria unione tra arredo ed architettura.

www.fantoni.it

www.matteoragni.com

 

 

 

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